mercoledì 3 ottobre 2012

L’evoluzione dell’ HW dei personal computer.

“L’innovazione è ciò che distingue un leader da un follower.”(Steve Jobs)

Al giorno d’oggi, è indispensabile l’uso del computer, basti pensare che tutto gira attorno all’informatica e internet e senza di essi molte cose, adesso, non sarebbero esistite. Ma scavando nel passato possiamo intuire quanto sia stata grandiosa ma allo stesso tempo lunga l’evoluzione di questa straordinaria macchina, fino ad arrivare ad oggi, al XXI secolo.

-L’Abaco: Nel VIII secolo a.c nacono i primi strumenti di ausilio al calcolo: i PALLOTTIERI. L’ABACO è stato il primo calcolatore, una sorta di “pallottiere” che serviva per fare calcoli artimetici. E’ ancora usato in Cina e in Giappone.

-Pascalina : La “Pascalina”, in grado di eseguire anche divisioni e moltiplicazioni. Tra l’altro, Leibniz introdusse in Europa, un sistema di numerazione molto importante: il sistema di numerazione binario. Realizzata nel 1692 dal filosofo e matematico Pascal, è una macchina in grado, attraverso congegni meccanici, di considerare i ‘riporti’ ed eseguire addizioni e sottrazioni.





Macchina elettromeccanica: Realizzata nel da G.W Leibniz, è un evoluzione della “Pascalina”, in grado di eseguire anche divisioni e moltiplicazioni. Tra l’altro, Leibniz introdusse in Europa, un  sistema di numerazione molto importante: il sistema di numerazione binario. Già in uso in cina dal 1100 d.C.




-Macchina analitica: Realizzata nel 1833 Charles Babbage, è una calcolatrice meccanica, capace di eseguire calcoli aritmetici sanche su numeri di grandi dimensioni, il programma di calcolo e i dati erano memorizzati su schede perforate (J-M Jacquard). Babbage può essere considerato l’ispiratore degli elaboratori moderni.
 
-Calcolatore elettromeccanico: Tra il 1937 e il 1941 l’ingegnere tedesco Konrad Zuse realizza i calcolatori meccanici Z1, Z2, Z3. Essi, sono basati su relè (interruttori), sul sistema di numerazione binario, hanno una memoria di 64 parole da 22 bit ciascuna e ricevono i comandi attraverso un nastro perfortato di 8 bit, visualizzano il risultato mediante delle lampade e impiegano circa 3 secondi per eseguire una moltiplicazione. Gli studi di Zuse furono la base per l’architettuta di Von Neumann. Il convegno nazionale di Informatica del 1988 assegnò a Zuse con il suo “Z1” il ruolo di inventore del primo computer programmabile funzionante della storia.
 
-Macchina di Turing: Nel 1936, il matematico Alan Turing propone il modella astratto della MdT (Macchina di Turing) la prima macchina capace di eseguire algoritmi. La MdT costituisce il fondamento dei moderni elaboratori.

 
I Generazione (1946-1956)
 
-Mark 1: Nel 1944, H. Aiken e l’IBM inventano la prima macchina artimetica in grado di svolgere le quattro operazioni fondamentali, calcoli trigonometrici, esponenziali e logaritmici. Esso è costituito da 78 calcolatrici collegate tra loro da 3000 relè. Legge il programma da nastro perforato, i dati da schede perforate e stampa i risultati da una stampante collegata.


 


-ENIAC: Nel 1946, il progetto, venne affidato ai due scienziati J. Mauchly e J. Eckert che, dopo ben 7.237 ore di lavoro, lo portarono a compimento. Furono necessarie 18.000 valvole termoioniche che portarono l'ambiente ad una temperatura superiore ai 50 °C. Occupava una stanza lunga circa 30 metri e pesava 30 tonnellate. Può essere considerato il primo calcolatore elettronico completo. Alla sua presentazione riuscì, in meno di un secondo, a moltiplicare il numero  97.367 per sé stesso 5.000 volte.

 
-EDVAC: I progettisti dell'ENIAC John Mauchly e J. Presper Eckert proposero la costruzione dell'EDVAC nell'agosto del 1944, prima ancora che l'ENIAC fosse pienamente operativo. Il progetto prevedeva sostanziali miglioramenti all'architettura dell'ENIAC e includeva una memoria seriale ad alta velocità. L'EDVAC eseguiva un'addizione in 864 microsecondi e una moltiplicazione in 2900 microsecondi. Il computer era formato da più di 6000 valvole termoioniche, da 12000 diodi e consumava 56 KW di potenza elettrica. Il computer occupava 45.5 m2 di spazio e pesava 7850 chilogrammi. Il personale necessario al funzionamento del sistema ammontava a 30 persone per ogni turno di 8 ore.

 
-UNIVAC: Realizzato nel 1958 da Eckert e Mauchly era il primo elaboratore commerciale, programmabile direttamente in linguaggio macchina.
 
-IBM 704: Realizzata nel 1955, realizza una tappa importante nell’evoluzione degli elaboratori per quanto riguarda velocità ed affidabilità. La memoria centrale era costituita da nuclei di ferrite.

 
-IBM 709: Per la prima volta unità di controllo e unità aritmetica sono riunite nella CPU (Central Processing Unit) e sono introdotti i canali per la gestione dell’input/output.
 
-IBM 7090: Il primo elaboratore a transistori, cinque volte più veloce del 709. Per la prima volta si utilizza il sistema delle interruzioni per gestire le operazioni di input/output.
 
-ELEA 9000: Nel 1959 la Olivetti produce il primo computer commerciale italiano, l’ELEA 9000. 

 
III Generazione (1964-1979)
 
-IBM/360: La serie 360 della IBM, presentata nel 1964, rappresenta la terza generazione dei computer in quanto per la prima volta si utilizzano i circuiti integrati basati sul silicio. Oltre a ciò si hanno memorie ausiliarie sempre più veloci, nuovi dispositivi di input/output, lettori magnetici, videoterminali, modem.


-IBM/370: La serie 370 della IBM, evoluzione della serie 360, presentata nel 1972, utilizza il sistema operativo OS/370 nel quale, con il VM/CMS, si introduce il concetto di macchina virtuale.

IV Generazione (1980-1990)

-Personal Computer: Nella seconda metà degli anni ‘70 Steve Jobs realizza il primo personal computer di nome APPLE. Nel 1997 nasce APPLE II, destinato ad una larga diffusione. Si trattava inizialmente, di macchine con dischi «floppy» da 5 pollici e un quarto, con una capienza di circa 90K, ed una RAM di poche decine di migliaia di bytes.
Ma a segnare una rivoluzione nei sistemi di interfaccia tra utente e sistema è il computer «MacIntosh» della ditta Apple, che nel 1984, ispirandosi al linguaggio di programmazione Smalltalk,  introduce le finestre e le icone grafiche ed il sistema di puntamento con il mouse, nonché il floppy disc da 3 pollici e mezzo. Inizia così «l'umanizzazione» del computer e nasce il concetto di «user-friendly» (sistema amichevole per l'utente): per avvicinare il computer all'utente medio, i dati e le operazioni vengono rappresentati in una forma iconica intuitiva e gradevole per l'utente, che allo stesso tempo «viene protetto» da qualsiasi informazione tecnica sul funzionamento interno della macchina. All'accensione del «Mac» appare una faccina sorridente, quando il sistema si blocca appare una bomba al posto di un più informativo messaggio di errore. Il successo di Macintosh è indiscutibile; una macchina completamente diversa da tutto ciò che era ed è in circolazione. Questa peculiarità la famiglia dei Macintosh la conserverà per molti anni a venire, diventando in modo incontestabile la macchina prediletta dei grafici e dei compositori editoriali, ma non solo. Va tenuto conto però, che contrariamente a tutti gli altri personal computer, Macintosh è una macchina chiusa, cioè utilizza un suo hardware fatto apposta, un suo sistema operativo concepito ad oggetti e una serie di programmi e linguaggi di sviluppo completamente autonomi dagli altri computer. Persino la scrittura su dischetti floppy non risulta compatibile.
I concetti di «user-friendly» e interfaccia grafica vengono ripresi dalla Microsoft con lo sviluppo di Windows, la cui prima versione risale al 1985, un sistema di interfaccia grafica per computers IBM-PC e compatibili, tuttora in uso nella versione XP.

A cura di: Santoddì Erika, Principe Giuliana, Cosentino Veronica

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